
COMMENTO
Byron York’s Daily Memo – La caduta di Black Lives Matter
Nell’estate del 2020, al culmine della protesta del movimento Black Lives Matter, un’agenzia federale, l’Office of Special Counsel degli Stati Uniti, aveva stabilito che BLM non fosse un “organizzazione politica” o “di parte“, e che quindi i dipendenti federali potessero esprimere sostegno al movimento, anche se erano in servizio – ad es: indossare le magliette di BLM – senza violare alcuna delle regole federali contro le “attività politiche” o “di parte” sul posto di lavoro.
Un nuovo sondaggio mostra quanto quella decisione fosse stata sbagliata.
Sarebbe difficile, infatti, immaginare un movimento più fazioso di BLM.
Negli ultimi anni, un’organizzazione di sondaggi chiamata Civiqs, che è affiliata al sito web di sinistra Daily Kos, ha condotto delle indagini sul sostegno a Black Lives Matter. Nel suo ultimo sondaggio, Civiqs ha scoperto che il 44% degli intervistati sostiene BLM, mentre il 43% si oppone, mentre l’11% dice di non sostenere né di opporsi. Quindi è giusto dire che il paese sia equamente diviso su BLM.
Ma uno sguardo a chi sostiene BLM mostra una netta divisione politica. Il sondaggio ha scoperto infatti che l’85% dei Democratici sostiene BLM, mentre solo il 4% si oppone. Dall’altra parte, l’87% dei Repubblicani si oppone a BLM, contro appena il 3% che lo sostiene. I partiti politici americani sono dunque delle immagini speculari l’uno dell’altro, divisi quasi perfettamente lungo le linee ideologiche.
Ma che dire degli elettori Indipendenti? I sondaggisti hanno scoperto che il sostegno da parte degli indipendenti a BLM è sceso costantemente dal suo picco subito dopo la morte di George Floyd, nel maggio 2020. Nell’estate di quest’anno, il sostegno degli indipendenti è sceso al di sotto del livello di opposizione. Nel nuovo sondaggio, il 47% dice di essere contrario a BLM, mentre il 37% dice di sostenerlo ancora, mentre il 15% non prende posizione.
BLM è sempre stato un movimento fazioso. Anche nel 2020, subito dopo la morte di George Floyd, il sostegno da parte dei Repubblicani non è mai salito sopra il 9%, mentre l’opposizione al movimento da parte dei Democratici non è mai salita sopra al 3%. In quel momento, nel 2020, il sostegno tra gli indipendenti era salito ad un picco del 51%, ora sceso al 37%.
Che cosa significa? Black Lives Matter rimane una forza potente nel campo della politica in casa dei Democratici. Qualsiasi cosa che abbia l’85% di sostegno all’interno di un partito politico avrà di certo un’influenza. E continuerà ad essere una “non-entità“ nella politica del campo repubblicano; qualsiasi cosa che abbia solo il 3% di sostegno in un partito politico, semplicemente, non avrà alcuna importanza.
La preoccupazione per i Democratici è il calo del sostegno di BLM tra gli indipendenti. In quel momento di picco nel 2020, con gli indipendenti a bordo, il sostegno a livello nazionale per BLM aveva raggiunto un massimo del 52%. Gli organizzatori potevano legittimamente dire che la maggioranza sostenesse il loro movimento. Ma oggi, con il costante declino del sostegno tra gli elettori indipendenti, questo non è più vero.
BLM crea poi altri tipi di divisioni. Per esempio, c’è un divario di genere nel sostegno a BLM. Il sondaggio ha trovato che la maggioranza tra tutti gli uomini, il 51%, si oppone a BLM, contro il 36% che lo sostiene. I numeri erano esattamente l’opposto tra le donne: 51% a sostegno, contro il 36% di opposizione. C’è anche un divario di età – i giovani sostengono BLM più degli anziani. E c’è il divario razziale: l’82% dei neri americani sostiene BLM, contro il 7% che invece si oppone, mentre il 53% dei bianchi americani si oppone a BLM, contro il 35% che lo sostiene ancora.
Ma nessun divario è più profondo di quello partitico. A questo punto della sua storia, BLM è un movimento politico di parte, non importa cosa abbia detto un agenzia del governo federale nel 2020.
Byron York è il corrispondente politico capo del Washington Examiner e un collaboratore di Fox News. Ha seguito le amministrazioni Bush, Obama, Trump e ora Biden, così come il Congresso ed ogni campagna presidenziale sin dal 2000. È l’autore di “The Vast Left Wing Conspiracy”, un resoconto dell’attivismo liberal nelle elezioni del 2004. Già corrispondente dalla Casa Bianca per il National Review, i suoi scritti sono stati pubblicati sul Wall Street Journal, Washington Post, Atlantic Monthly, Foreign Affairs e New Republic. Laureato all’Università dell’Alabama e all’Università di Chicago, vive a Washington, D.C.