
POLITICA
Cosa sappiamo dell’indagine in Georgia su Donald Trump
APPROFONDIMENTO | I procuratori della Georgia starebbero valutando la possibilità di formulare un’accusa di cospirazione e di racket nell’ambito dell’indagine sui presunti sforzi da parte dell’ex presidente Donald Trump per ostacolare la certificazione delle elezioni del 2020. Sebbene gran parte delle prove del caso rimangano nascoste al pubblico, il procuratore distrettuale della Contea di Fulton, Fani Willis, sembra abbia incentrato il caso su una bufala dei media, che è già stata smentita.
La bufala della “scoperta della frode“: Basandosi su una fonte anonima, il Washington Post ha riportato nel gennaio 2021 che Donald Trump avrebbe detto al segretario di Stato della Georgia di “scovare la frode“ ad ogni costo in una telefonata. Una trascrizione della telefonata ha poi dimostrato che Trump aveva detto al funzionario di trovare le prove di una frode che riteneva esistesse, non certo di fabbricare voti a suo favore. Il Washington Post ha quindi ritrattato la storia, ma la falsa narrazione è proseguita da allora: Infatti, il procuratore Willis ha dichiarato ad agosto davanti al tribunale della Georgia che la falsa rappresentazione telefonata è “un punto centrale” del caso.
Altre possibili prove: I giurati hanno dichiarato ai media di aver ascoltato una telefonata in cui Donald Trump avrebbe fatto pressioni sullo Speaker della Camera della Georgia affinché tenesse una sessione speciale per ribaltare i risultati elettorali che erano stati annunciati. Lo Speaker non era d’accordo con Trump sulla legalità di questa strategia, così Trump lo avrebbe ringraziato ed avrebbe chiuso lì la discussione. Non è chiaro se i pubblici ministeri cercheranno di dimostrare che queste o altre conversazioni fossero minacciose o comunque illegali. Il Gran Giurì ha anche ascoltato la testimonianza dei “falsi elettori”, le 16 persone che hanno presentato al Collegio Elettorale certificazioni alternative della vittoria di Trump.
Il quadro generale: I media dell’establishment e gli esperti legali hanno sostenuto che il caso della Georgia abbia maggiori probabilità di portare ad un’incriminazione di Trump rispetto al più mediaticamente importante caso di Stormy Daniels a New York, e un giurato ha detto che le prove contenute nel rapporto inedito del gran giurì siano “enormi”. La difesa di Trump ha chiesto che il tribunale respinga l’imputazione, adducendo molteplici vizi procedurali e “violazioni costituzionali”.