
CENSURA
Una class action afferma che il governo ha violato il Primo Emendamento attuando una “cospirazione” per censurare i social media
APPROFONDIMENTO | Una causa legale lamenta che l’Agenzia federale per la sicurezza informatica e delle infrastrutture (Cybersecurity and Infrastructure Security Agency, CISA), l’Università di Stanford e diverse organizzazioni non profit abbiano violato il Primo Emendamento collaborando per segnalare alle piattaforme i contenuti pubblicati sui social media riguardanti l’integrità elettorale ed i vaccini contro il COVID-19 per censurarli. La causa, intentata dalle organizzazioni di Destra presso un Tribunale distrettuale della Louisiana, mette in discussione la legittimità costituzionale di un coinvolgimento del governo federale nella soppressione del dibattito pubblico online.
Cosa è successo: La CISA è stata costituita nel 2018 per rafforzare la protezione del governo federale in materia di cybersicurezza ed è stata specificamente incaricata di “migliorare la sicurezza delle elezioni”. In quest’ambito, è stata costituita nel 2020 l’Election Integrity Partnership (EIP), una partnership tra importanti entità non governative per monitorare la “disinformazione sulle elezioni”. In seguito ha ampliato la sua attenzione per includere anche tematiche legate alla pandemia. L’EIP ha segnalato migliaia di post online che le piattaforme di social media dovevano censurare.
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Le accuse: La causa sottolinea come la CISA abbia finanziato una delle organizzazioni non profit partecipanti all’EIP e coinvolte nella “segnalazione di post relativi alle elezioni del 2020“. Include anche citazioni che dimostrano che la CISA abbia contribuito a formare l’idea dell’EIP prima del suo lancio e che quattro studenti dell’Università di Stanford coinvolti fossero stagisti presso la stessa CISA. La causa sostiene che la CISA, un’agenzia governativa, abbia essenzialmente creato l’EIP per “spostare parte dell’apparato di censura al di fuori del governo”.
La causa fa notare che l’EIP si vantava di “riunire governo, università, società civile ed industria… per affrontare la disinformazione in tempo reale” e che questa collaborazione è poi proseguita con la censura sule critiche ai vaccini.
Perché è importante: È innegabile che i burocrati si servano di entità private per cercare di aggirare la Costituzione nei loro sforzi di sopprimere la libertà di espressione online. Un responsabile della ricerca di un’organizzazione dell’EIP ha persino ammesso che queste attività sollevano “problematiche molto reali legate al Primo Emendamento”. La CISA sostiene ora di non dire più alle piattaforme cosa censurare, in seguito alle reazioni dei Repubblicani. Il Tribunale della Louisiana dovrà decidere in questo caso – e in un altro simile – se il governo abbia violato il Primo Emendamento, mentre i diritti di libertà di parola degli americani restano in bilico.
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