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RAPPORTO DURHAM

Il Rapporto del Procuratore Speciale John Durham: L’FBI e il Dipartimenti della Giustizia non avevano una solida base su cui avviare l’indagine sul Russiagate, oltre ad aver manifestato “due pesi e due misure” sull’operato di Hillary Clinton

L’atteso rapporto del procuratore speciale John Durham nella sua contro-indagine sulla vicenda della collusione tra Donald Trump e la Russia afferma che l’FBI e il Dipartimento della Giustizia non avevano una base adeguata per avviare la controversa indagine del “Russiagate”.

Il rapporto di 306 pagine di John Durham, che egli ha definito “sconfortante“, ha messo in dubbio il fatto che l’FBI dovesse avviare l’indagineCrossfire Hurricane” in base alle accuse di collusione tra l’ex presidente Donald Trump ed il governo russo durante le elezioni del 2016. Il procuratore speciale ha concluso che: “Sulla base delle prove raccolte nelle molteplici, esaustive e costose indagini su questi temi, né le forze dell’ordine statunitensi né la comunità di intelligence sembrano aver posseduto alcuna prova effettiva di collusione nelle loro disponibilità all’inizio dell’indagine Crossfire Hurricane“.

John Durham ha anche evidenziato il “doppio standard di giudizio” nel modo in cui l’FBI ha indagato sulle questioni elettorali collegate a Donald Trump e Hillary Clinton.

Quando la notizia del rapporto ha iniziato a trapelare, il rappresentante Jim Jordan (Repubblicano dell’Ohio) ha annunciato che il suo ufficio “ha contattato il Dipartimento di Giustizia per far testimoniare il Procuratore speciale John Durham la prossima settimana”.

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Il procuratore speciale John Durham è stato nominato nel 2019 dopo la pubblicazione del Rapporto Mueller per indagare sulle origini dell’indagine sulla presunta collusione tra Trump e la Russia. (Ron Sachs / Consolidated News Pictures / Getty Images / File)

Cosa c’è da sapere sul Rapporto Durham

Il procuratore speciale John Durham ha completato una revisione di quattro anni dell’indagine dell’FBI sulle accuse di collusione tra la campagna di Donald Trump e la Russia nel 2016.

Secondo il rapporto di 306 pagine pubblicato lunedì, Durham ha scoperto che l’indagine dell’FBI è stata “gravemente lacunosa” e priva di basi probatorie.

Il procuratore speciale ha scoperto che i funzionari dell’FBI “hanno scontato o ignorato intenzionalmente informazioni materiali che non supportavano la narrazione di una relazione collusiva tra Donald Trump e la Russia”.

Durham ha anche scoperto che gli investigatori hanno prestato troppa fiducia alle informazioni fornite dagli avversari politici di Donald Trump ed hanno sorvegliato illegalmente Carter Page, consigliere della campagna di Trump, senza ritenere che ci fosse una motivazione anche probabile sul perché fosse necessario.

Nonostante i risultati scottanti, Durham non ha raccomandato azioni penali o riforme generalizzate dell’FBI, scrivendo che “la risposta non è la creazione di nuove regole, ma una rinnovata fedeltà a quelle vecchie”.

L’indagine di Durham è durata più di quattro anni, più a lungo della stessa indagine sul Russiagate dell’FBI.

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Il rapporto ha rilevato che dopo aver ricevuto informazioni di intelligence non verificate dall’Australia, l’FBI ha rapidamente aperto l’indagine Crossfire Hurricane” e che, su indicazione del vicedirettore dell’FBI Andrew McCabe, successivamente licenziato, il vicedirettore aggiunto per il controspionaggio Peter Strzokha aperto immediatamente l’indagine Crossfire Hurricane“. Durham ha osservato che “Strzok, come minimo, aveva pronunciati sentimenti ostili nei confronti di Donald Trump“.

Il procuratore speciale ha concluso che “la questione è stata aperta come un’indagine a tutto campo senza aver mai incontrato le persone che hanno fornito le informazioni” e che l’FBI ha avviato questa indagine sulla Russia e su Trump senza alcun esame significativo dei propri database di intelligence” e senza raccogliere ed esaminare qualsiasi informazione pertinente da altri enti di intelligence degli Stati Uniti“. L’indagine è stata avviata anche senza condurre alcun interrogatorio aitestimoni essenziali per comprendere le informazioni grezze” che l’FBI aveva ricevuto, e senza utilizzarealcuno degli strumenti analitici standard tipicamente impiegati dall’FBI per valutare le informazioni grezze”.

Il rapporto afferma che se il Bureau avesse compiuto questi passi fondamentali, “l’FBI avrebbe appreso che i propri analisti esperti di Russia non avevano informazioni sul coinvolgimento di Donald Trump con funzionari della leadership russa, né altri in posizioni sensibili presso la CIA, l’NSA e il Dipartimento di Stato erano a conoscenza di tali prove relative all’argomento”.

Il procuratore speciale ha anche evidenziato che “i documenti dell’FBI preparati da Strzok nel febbraio e marzo 2017 mostrano che al momento dell’apertura dell’indagine Crossfire Hurricane, l’FBI non aveva alcuna informazione in suo possesso che indicasse che, in qualsiasi momento durante la campagna elettorale, qualcuno della campagna Trump fosse in contatto con funzionari dell’intelligence russa“.

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Il rapporto di Durham afferma che i funzionari hanno accettato con troppa facilità informazioni dagli oppositori di Trump mentre indagavano sui suoi presunti legami con la Russia. (Saul Loeb / AFP via Getty Images / File)

Al di là dei problemi specifici relativi all’avvio dell’indagine sul Russiagate, che si è presto trasformata nella vasta indagine del procuratore speciale Robert Mueller, John Durham ha anche illustrato il modo in cui l’FBI ha gestito in modo diverso controversie simili legate a Hillary Clinton.

“La rapidità e le modalità in cui l’FBI ha aperto e indagato in Crossfire Hurricane durante la stagione delle elezioni presidenziali, basandosi su informazioni grezze, non analizzate e non corroborate, riflette anche un notevole allontanamento dal modo in cui l’FBI ha affrontato precedenti questioni riguardanti possibili piani di interferenza elettorale straniera rivolti alla campagna della Clinton“, ha scritto John Durham.

In un caso, i funzionari del quartier generale dell’FBI e del Dipartimento di Giustizia “hanno richiesto briefing difensivi da fornire alla Clinton e ad altri funzionari o candidati che sembravano essere gli obiettivi di interferenze straniere”. In un altro caso, l’FBI “ha deciso di porre fine a un’indagine dopo che una delle sue preziose fonti umane confidenziali di lunga data è andata oltre quanto autorizzato e ha dato un contributo finanziario improprio e forse illegale alla campagna della Clinton per conto di un’entità straniera, come precursore di una donazione molto più grande che era stata prevista”. E in un terzo esempio relativo alle indagini sulla Clinton Foundation, sia gli alti funzionari dell’FBI che quelli del Dipartimento della Giustizia “hanno imposto restrizioni sul modo in cui tali questioni dovevano essere gestite, in modo tale che sostanzialmente non si sono svolte attività investigative nei mesi precedenti le elezioni”.

John Durham ha definito ciò “nettamente diverso dalle azioni dell’FBI rispetto ad altre informazioni altamente significative ricevute da una fonte straniera attendibile che indicavano un piano della campagna della Clinton per diffamare Trump collegandolo a Vladimir Putin in modo da distogliere l’attenzione dal suo problematico uso di un server di posta elettronica privato“.

“A differenza dell’FBI che ha aperto un’indagine completa su membri sconosciuti della campagna di Trump sulla base di informazioni grezze e non corroborate, in questa questione separata che riguardava un presunto piano della campagna della Clinton, l’FBI non ha mai aperto alcun tipo di indagine, non ha emesso alcun mandato, non ha impiegato alcun personale addetto all’analisi e non ha prodotto alcun documento analitico in relazione alle informazioni”, ha scritto John Durham. “Questa mancanza di azione è avvenuta nonostante il fatto che l’importanza delle informazioni sul Piano della Clinton fosse tale da aver spinto il direttore della CIA ad informare il Presidente, il vicepresidente, il procuratore generale, il direttore dell’FBI ed altri alti funzionari governativi sul loro contenuto entro pochi giorni dalla loro ricezione”.

John Durham ha osservato che “è stato anche abbastanza importante per la CIA da inviare un memorandum formaleal direttore dell’FBI James Comey, successivamente licenziato, e a Peter Strzok perché prendessero in considerazione la questione ed agissero, e il procuratore speciale ha notato che la segnalazione investigativa forniva esempi di informazioni che la cellula che lavorava all’indagine Crossfire Hurricane aveva “raccolto fino ad oggi”.

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Il rapporto di Durham implica che l’ex direttore dell’FBI James Comey, nella foto in alto, abbia ignorato informazioni contrarie alla teoria della collusione tra Trump e la Russia, che è stata smontata. (Getty Images / File)

Il rapporto dell’ispettore generale del DOJ Michael Horowitz del dicembre 2019 aveva anch’esso criticato il Dipartimento della Giustizia e l’FBI per almeno 17errori significativi ed omissionirelativi ai mandati FISA sulla sorveglianza elettronica contro l’ex collaboratore della campagna di Trump Carter Page, per aver nascosto alla Corte FISA informazioni potenzialmente scagionanti relative alle negazioni di collusione da parte di una serie di collaboratori di Trump e per il fatto che il Bureau si era affidato al Dossier, finanziato dai democratici, dell’ex spia britannica Christopher Steele.

Il Dipartimento della Giustizia ha poi ammesso alla Corte FISA di ritenere che una buona parte dei mandati FISA contro Carter Page non fossero “validi”. Il direttore dell’FBI Christopher Wray ha convenuto che ci sia stata almeno unasorveglianza illegale” e ha detto che stava lavorando per “recuperare” le informazioni sui mandati FISA.

John Durham ha iniziato ad indagare sulle origini e sulla condotta dell’indagine sul Russiagate quando era ancora procuratore degli Stati Uniti del Connecticut, dopo che gli era stato chiesto di farlo dall’allora procuratore generale William Barr, che poi ha silenziosamente nominato Durham procuratore speciale nell’ottobre del 2020.

All’inizio del febbraio 2021, Joe Biden ha chiesto a tutti i procuratori degli Stati Uniti confermati dal Senato di dimettersi, con l’eccezione del procuratore del Delaware David Weiss, al quale è stato chiesto di rimanere per indagare su Hunter Biden. A John Durham è stato chiesto di dimettersi da procuratore del Connecticut, ma è stato tenuto come procuratore speciale.

Mentre Michael Horowitz ha sostenuto nel dicembre 2019 che Crossfire Hurricane è stataaperta per uno scopo investigativo autorizzato e con sufficienti presupposti fattuali“, Durham e Barr hanno contestato l’idea che l’apertura dell’indagine fosse giustificata.

“Sulla base delle prove raccolte fino ad oggi, e mentre la nostra indagine è in corso, il mese scorso abbiamo informato l’ispettore generale che non siamo d’accordo con alcune delle conclusioni del rapporto per quanto riguarda la predizione e il modo in cui il caso dell’FBI è stato aperto“, ha detto Durham all’epoca.

Questa indagine sugli investigatoricondotta da John Durham è durata più a lungo dell’indagine del Procuratore speciale Robert Mueller sui presunti legami tra la campagna di Trump del 2016 e la Russia. L’indagine di Mueller “non ha stabilito” alcuna collusione criminale tra Trump e la Russia.

L’ultimo rapporto di John Durham tuttavia non include nuove accuse di rilievo penale.

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L’ex funzionario dell’FBI Peter Strzok è stato licenziato nel 2018 per aver inviato testi anti-Trump. (Reuters)

John Durham aveva accusato il consulente democratico per la cybersicurezza Michael Sussmann dopo aver presumibilmente nascosto l’identità dei suoi due clienti, il CTO di Neustar Rodney Joffe e la campagna elettorale di Hillary Clinton del 2016, al procuratore generale dell’FBI James Baker, quando questi ha spinto a smentire le accuse di una linea di comunicazione segreta tra la Trump Organization e l’Alfa-Bank russa durante un incontro nel settembre del 2016.

Ma una giuria ha giudicato Michael Sussmann non colpevole dell’accusa di falsa dichiarazione al termine di un processo tenutosi nella capitale l’anno scorso.

John Durham aveva anche accusato l’analista russo Igor Danchenko, la principale fonte del Dossier Steele, di aver ingannato sulla provenienza delle affermazioni del dossier, anche in relazione alle accuse infondate di una cospirazione ben sviluppata di cooperazione tra l’allora candidato Trump e i russi, che il procuratore speciale ha dichiarato essere false.

Anche Igor Danchenko è stato dichiarato non colpevole l’anno scorso.

Per anni, l’FBI ha fatto di tutto per nascondere al Congresso e alla Corte FISA la portata di ciò che sapeva su Christopher Steele, Igor Danchenko e il dossier.

John Durham aveva rivelato che, anche dopo il fiasco del dossier Steele, Igor Danchenko era rimasto sul libro paga dell’FBI come “fonte umana confidenziale” dal marzo 2017 all’ottobre 2020, prima di essere accusato.

John Durham ha ottenuto finora una sola dichiarazione di colpevolezza. L’ex avvocato dell’FBI Kevin Clinesmith si è dichiarato colpevole di aver falsificato un documento durante i tentativi errati dell’FBI di rinnovare la sorveglianza FISA contro Carter Page.

Clinesmith ha lavorato presso l’ufficio di consulenza generale dell’FBI tra il luglio 2015 e il settembre 2019, e Michael Horowitz ha portato alla luce non solo messaggi anti-Trump da parte sua, ma anche un atto criminale per il quale si sarebbe dichiarato colpevole nell’ambito dell’indagine di Durham.

L’ex avvocato dell’FBI Kevin Clinesmith, che ha lavorato all’indagine sulle e-mail della Clinton e all’inchiesta sul Russiagate, oltre che nel Team di Mueller, ha ammesso nell’agosto 2020 di aver falsificato un documento durante gli sforzi del Bureau per rinnovare l’autorità di sorveglianza FISA contro Carter Page. Nel 2017 Clinesmith ha modificato un’e-mail della CIA per affermare che Page “non era una fonte” della CIA, quando questa aveva detto al Bureau in più occasioni che Carter Page era stato effettivamente un “contatto operativo” per l’agenzia.


WashingtonExaminer.com

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