FBI
Cosa significa per l’America il rapporto Durham che smonta la bufala del Russiagate
APPROFONDIMENTO | Un rapporto di 316 pagine del procuratore speciale John Durham, epilogo di un’indagine durata quattro anni, ha concluso che l‘FBI e gli agenti dell’intelligence non avevano “alcuna prova effettiva” prima di scegliere se indagare sull’ex presidente Donald Trump e sui suoi alleati per un presunta collusione con la Russia durante le elezioni presidenziali del 2016.
Motivazione politica: Come si legge nel rapporto, questa vasta operazione di spionaggio sulla campagna e sull’amministrazione di Donald Trump si è basata su affermazioni prive di fondamento “fornite o finanziate… dagli avversari politici di Trump”, compresa la campagna di Hillary Clinton. Molti funzionari coinvolti avevano anche espresso un chiaro pregiudizio anti-Trump.
Perché è importante: La bufala della collusione con la Russia è stata proiettata con tale forza sul pubblico che, nel dicembre 2017, la metà degli elettori americani credeva che fosse vera, secondo i sondaggi. Questo ha segnato l’inizio di un’era in cui l’FBI e la comunità di intelligence ricorrono sempre di più alla loro influenza per contribuire ad influenzare le elezioni divulgando bugie e nascondendo i fatti.
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Prima delle elezioni del 2020: L’FBI si è rifiutata di indagare sul portatile di Hunter Biden con l’intento esplicito di proteggere la campagna di Joe Biden, secondo quanto riferito da diversi informatori, e ha collaborato con Twitter per censurare la storia. La comunità di intelligence ha anche definito la storia una “bufala russa” per dare a Biden “un argomento per i dibattiti” presidenziali. I sondaggi hanno dimostrato che molti americani non avrebbero votato per Biden se fossero stati a conoscenza delle informazioni rivelate dal portatile di suo figlio.
Cosa c’è da aspettarsi nel 2024? La stessa unità di controspionaggio dell’FBI coinvolta nel caso della collusione con la Russia ed il Russiagate è ora parte dell’indagine sulla gestione dei documenti riservati da parte di Donald Trump, che ha comportato un’incursione senza precedenti nella sua casa a Mar-a-Lago l’anno scorso. Senza riforme sostanziali o responsabilità, le elezioni americane rimangono vulnerabili all’influenza di agenti federali politicamente motivati.
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